Lo spazio costruito dagli alunni

Non si tratta di uno spazio fisico, ma di una rappresentazione geografica; non si tratta di una costruzione materiale, ma di una mappatura di luoghi, eventi e spostamenti che consente di raccontare e/o rappresentare ciò che gli alunni hanno vissuto, scolasticamente o personalmente. E’ il web mapping, prassi di rilevamento e posizionamento geografico su una base cartografia disponibile online; si fa con Google Earth, ma ancora meglio con Google MyMaps. I punti segnati possono essere visualizzati per livelli informativi differenti, creando efficaci mappe tematiche, e a ciascuno può essere associata un’ immagine o un testo testi. Le risorse di cui parliao sono gratuite, e sono facilmente utilizzabile da alunni dai 10 ai 18 anni.

L’uso didattico di questi strumenti è evidente, se guardiamo all’ambito delle competenze geografiche in senso strette; si allarga, se pensiamo che  il web mapping consente di “riscrivere” lo spazio prossimo o remoto secondo chiavi di lettura, analisi e prospettive varie.

Un efficace canale di informazione per i docenti che si vogliano avvicinare a questa risorsa è il video di Gianfranco Marini, che illustra i passaggi e le funzionalità di MyMaps.

Nota bene, anzi benissimo: non è un giocattolo per intrattenere, nè un “modo per coinvolgere”, come si dice, nè tantomeno un modo per intercettare le competenze niente affatto native degli adolescenti digitali. Come ogni strumento o percorso ad alto impatto tecnologico, va maneggiato sempre con estrema cura, che deve vigilare sulla bontà e la coerenza degli obiettivi formativi dell’attività. La vecchia esortazione “habere non haberi” risplende luminosa nel cielo nebuloso della didattica digitale.images.jpg

Lascia un commento