Professione genitore

Un genitore, finalmente; una  maestra, finalmente. Enrica, dopo avere solcato i sette mari della formazione a tutti i livelli, torna in classe con tutto l’amore e la sensibilità delle insegnanti “vecchio stampo”, e tutta la voglia di comunicare della donna di oggi; la persona giusta per aprire un varco attraverso la barriera che separa “il mondo della scuola” e “il resto del mondo”. In questo spazio, un blog, un genitore dice la sua sul voto numerico, esprimendosi con l’amarezza di chi non condivide una modalità valutativa che sente limitante e mortificante.

A dispetto di chi vorrebbe che “i genitori facessero il loro mestiere”, come se gli insegnanti non fossero mai genitori, o tra i genitori non ci fossero insegnanti, maestra Enrica ha aperto uno spazio di scambio, in modo che tra la scuola e le case ci sia possibilità di comunicazione e, in prospettiva, alleanza. E i genitori hanno raccolto l’invito. E’ semplice, è gratis, è darsi la mano per il bene dei bambini.

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2 pensieri su “Professione genitore

  1. Qualcosa comincia a muoversi. Ci si rende conto dei guasti profondi che il voto sta provocando ora che è tornato, tronfio della sua ipocrisia meritocratica e della sua istigazione a competere, anche sui quaderni delle elementari (scuola primaria).
    Ma il voto non è dannoso “solo” per i più piccoli, non va abolito “solo” alla scuola elementare come anche il Ministro dell’istruzione francese ha intenzione di fare …
    Il voto, “malattia infantile dell’educazione” come l’ha definito Daniel Pennac, va abolito ovunque: è il retaggio di una scuola della competizione e dell’ansia di prestazione che innesca motivazioni sbagliate che spesso impediscono l’apprendimento anziché favorirlo. E se stimolano qualcuno lo fanno nel modo sbagliato, sulla base di valori più nocivi che utili alla crescita vera di persone vere.
    Mario Ambel

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  2. Condivido pienamente con lei tutto quello cheha scritto.Il voto non dice niente, se si vuole che i nostri bambini imaparino ad amare lo studio e quindi la scuola non lo si premia con un numero per il traguardo raggiunto, lo si porta per mano, lo sia aiuta a crescere spiegandogli e motivandolo che studiare è bello, di come è dolce e piacevole imparare cose nuove ogni giorno. La curiositàe la voglia di imparare viene spenta così facilmente quando viene catalogata con un semplice numero.

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